Wawel

Legenda del Drago del Wawel

drago di wawelAi piedi della collina del Castello Reale si erige una statua particolare, raffigurante un drago, che ogni tanto, divertendo i bambini e non solo, sputa fuoco, come dovrebbe fare ogni creatura degna di questo nome. Questo monumento richiama il leggendario Drago del Wawel, un’importante figura della mitologia polacca. Nel corso dei secoli la storia del Drago ha avuto diverse versioni. Secondo la più diffusa il Drago era contemporaneo di Krak, il leggendario fondatore della città di Cracovia e viveva in una grotta sulla collina di Wawel. Il drago pretendeva che ogni giorno gli abitanti gli consegnassero una vacca o – come ritiene un’altra versione – una giovane fanciulla. Questo sacrificio sembrava essere l’unica cosa in grado di calmarlo, ma purtroppo solamente per un giorno. Il re promise un grande premio in denaro, o addirittura di dare in sposa la propria figlia, a chi riuscisse a liberare la città dall’insopportabile giogo. Dopo alcuni tentativi di diversi cavalieri, chi finalmente riuscì ad uccidere il drago fu un povero calzolaio di nome Dratewka. Usò un trucco, lasciando di fronte alla grotta abitata dal drago una pecora imbottita di zolfo. Dopo che il drago l’ebbe mangiata con gusto fu assalito da una sete incredibile e gli abitanti della città di Krak avevano paura che avrebbe bevuto tutta l’acqua della Vistola, ma fortunatamente scoppiò prima che potesse succedere.

Castello Reale e Cattedrale dei Santi Stanislao e Venceslao

Il castello di Wawel
Il castello di Wawel

Gli edifici più riconoscibili della città sono il Castello Reale e l’adiacente Cattedrale, situati sulla collina del Wawel, sulla riva sinistra del fiume Vistola. Il complesso del Wawel porta un grande significato simbolico per la nazione polacca, combinando le funzioni politica e spirituale. Proprio a Wawel per 5 secoli venivano incoronati i re polacchi ed è da qui che governavano il paese, per poi esser sepolti nei sotterranei della Cattedrale, assieme ad alcuni illustri rappresentanti della nazione, tra quali Adam Mickiewicz, Juliusz Słowacki e Cyprian Kamil Norwid – i cosiddetti poeti-bardi polacchi, importantissimi per lo sviluppo della letteratura nazionale. Il significato della collina di Wawel per i Polacchi si è rispecchiato nelle controversie intorno al funerale del presidente Lech Kaczyński e la moglie dopo la loro tragica morte a Smoleńsk. Agli oppositori dell’idea di seppellirli nella Cattedrale (che alla fine è stata messa in atto) si chiedeva se una morte tragica bastasse a trasformare un presidente in un eroe.

Cappella di Sigismondo (Kaplica Zygmuntowska) e le dame italiane a Wawel

L’elemento più visibile della Cattedrale è il rivestimento di lamiera d’oro della cupola della Cappella di Sigismondo. Questa fu costruita su richiesta del re Sigismondo I detto il Vecchio come cappella funeraria per la sua amata moglie Barbara, morta per complicazioni post-parto. Autore del progetto è l’architetto italiano Bartolomeo Berecci. La cappella è stata definita dagli storici dell’arte il più bell’esempio del Rinascimento toscano a nord delle Alpi.

La cappella di Sigismondo
La cappella di Sigismondo

Mentre Berecci ancora stava progettando la cappella dedicata a Barbara e prim’ancora che fossero cominciati gli effettivi lavori, a Wawel arrivò Bona Sforza – la seconda moglie di Sigismondo e probabilmente la più celebre Italiana che abbia mai abitato a Cracovia. Fin oggi rimangono tante controversie intorno al personaggio della regina. Era l’opposto della mite e gentile Barbara. Era decisa, aveva doti imprenditoriali, aveva tantissimi interessi e sarebbe stata un’ideale rappresentante del rinascimento, se non per il solo fatto di essere una donna. Siccome tali caratteri non venivano affatto associati con la femminilità, Bona veniva vista come una manipolatrice, una persona di troppe ambizioni, che svolgeva attività completamente fuori luogo (in particolare amava la caccia). I contemporanei la chiamavano… il secondo Drago di Wawel.

Un altro accento italiano a Wawel è la presenza in esposizione, tra i diversi tesori storici ed artistici collezionati nel Castello, della famosa Dama con l’ermellino di Leonardo Da Vinci, della quale il poeta Bernardo Bellincioni scrisse, probabilmente non senza ragione, che vederla, pur non più viva, sarebbe stato sufficiente per capire la natura dell’arte.

Basilica di Santa Maria (Kościół Mariacki)

Un’altra chiesa molto antica ed una tappa obbligatoria durante le escursioni a Cracovia è quella di Santa Maria, nella città vecchia. La chiesa è facilmente riconoscibile dalle sue due torri di altezza differente. Secondo la legenda la costruzione di due torri fu affidata a due fratelli architetti. A causa di una spietata competizione tra di loro, uno dei due fratelli venne ucciso dall’altro, e perciò la sua torre rimase incompiuta.

Basilica di santa maria
Basilica di Santa Maria

Questo non è l’unico racconto che circola intorno all’imponente chiesa che sorge all’angolo del Mercato Vecchio. Ogni ora da più alta delle torri si sente una melodia suonata con la tromba, che si interrompe bruscamente. Questa tradizione richiama una notte nel 1241, quando una vedetta vide arrivare un’invasione tartarica e suonò la tromba per mettere in guardia gli abitanti della città. Lo hejnał, ossia chiamata a raccolta si spezzò all’improvviso. Fu per via di una freccia che colpì la vedetta alla gola.

La chiesa è piena di opere d’arte. La più famosa è forse l’ altare ad opera di Wit Stwosz su cui sono rappresentate scene dalla vita di Maria Vergine, assieme alle meravigliose vetrate, tra cui alcune ad opera di artisti del XX secolo, come Stanisław Wyspiański e Józef Mefoffer. Nella basilica gli originali elementi gotici coesistono armoniosamente con i successivi rimaneggiamenti.

Mercato dei Tessuti (Sukiennice)

Sempre al Mercato Vecchio sorge un altro edificio molto antico ed estremamente famoso tra i turisti. È il Mercato dei Tessuti. Probabilmente la sua popolarità è dovuta sia all’unicità architettonica, che alle numerose bancarelle con i souvenir. In effetti, al pianoterra di Sukiennice si può trovare di tutto: dai più economici oggetti ricordo ai preziosi lavori artigianali, come articoli di pelle fatti a mano o gioielli in ambra. Al primo piano invece si trova la Galleria di pittura polacca del XIX secolo, che fa parte del Museo Nazionale di Cracovia. Nella pinacoteca sono esposti quadri dei rappresentanti del romanticismo e del movimento Giovane Polonia, come Malczewski, Gierymski e Matejko. Nei pressi di Sukiennice e nelle stradine laterali del Mercato Vecchio, sopratutto nella stagione estiva, tendono a raggrupparsi gli artisti di strada, il che contribuisce alla irripetibile atmosfera del centro storico di Cracovia, spesso chiamata la città degli artisti.

Kazimierz

Un altro luogo da visitare durante le escursioni a Cracovia è il quartiere di nome Kazimierz.

Per tanti secoli, prima della seconda guerra mondiale, era un luogo unico grazie alla varietà etnica dei suoi abitanti. Inizialmente un comune autonomo, fondato nel 1335 dal re Casimiro III di Polonia, da cui ha preso il proprio nome, Kazimierz fu costruita su un’isola sulla Vistola, che oggi non esiste più, essendosi prosciugato nel corso dei secoli il ramo del fiume che la delimitava. Nel 1495 il re Giovanni I Alberto Jagellone decise di relegare a Kazimierz tutti gli Ebrei che fin allora vivevano a Cracovia. A motivare la sua decisione fu il conflitto, vero o presunto, tra gli interessi dei Polacchi e degli Ebrei. Il punto culminante delle tensioni fu un massacro, avvenuto nel corso delle controversie sul diritto di vendita sulla Piazza del Mercato, durante il quale alcune decine di Ebrei furono affogate nel fiume dai mercantili polacchi. A quanto pare la decisione del re fu diretta ad evitare altre morti.

Kazimierz - un quartiere storico di Cracovia
Kazimierz – un quartiere storico di Cracovia

Anche se gli albori della storia di Kazimierz sembrano oggi una lontana premonizione dei tragici eventi che sarebbero successi alcuni secoli dopo, pare che la popolazione del comune, per metà polacca e per metà ebrea, abbia vissuto per anni una coesistenza pacifica. Nella città furono costruite diverse sinagoghe, delle quali 7 sono sopravvissute fino ad oggi, nonostante le devastazioni e profanazioni da parte dei nazisti durante l’occupazione.

A Kazimierz sono state riprese le scene dei film: Yindl con il suo violino del 1936 e La lista di Schindler del 1993.

Nel corso degli anni la divisione tra Cracovia e Kazimierz diventò sempre meno valida. Nel 1800 il comune di Kazimierz fu incorporato nei confini amministrativi di Cracovia come uno dei suoi quartieri.

Durante la seconda guerra mondiale la maggior parte degli abitanti ebrei di Kazimierz fu trasferita nei campi di sterminio ed uccisa. Devastato dalla guerra, diventò un quartiere di cattiva reputazione. La situazione iniziò a cambiare circa negli anni 80’, quando tanti dei suoi monumenti furono rinnovati e la zona via via si trasformò completamente. Mano a mano spuntarono caffetterie, bar, ristoranti e infine locali notturni. Oramai Kazimierz è un quartiere che viene associato con il divertimento. È una zona d’interesse non solo turistico, che compete con successo con il centro storico di Cracovia.